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Johanna Eunicke interpreta a Ondina nella trasposizione operistica di E.T.A. Hoffmann.Come nella storia che rappresentano, anche in teatro c’è un’atmosfera magica in cui i cantanti dimenticano la loro vera identità, mimetizzandosi con il personaggio che interpretano come se fossero stregati, in una esperienza collettiva di possessione. L’opera è un successo di critica e di pubblico, ma la passione raggiunge un punto tale che nella tredicesima rappresentazione il teatro prende fuoco. L’incantesimo è spezzato. Hoffmann sospetta che l’origine dell’incendio sia intenzionale e organizza una serata in cui l’alcol scorre, si discute di arte e filosofia e si raccontano storie fantastiche. L’intenzione di far parlare i partecipanti e far confessare l’autore dell’incendio. Questo romanzo è ambientato nel XIX secolo ed è suddiviso in modo molto differenziato nei tre atti che compongono l’opera originale di Ondina: una Ouverture che segna l’inizio della rappresentazione; Il banchetto, che incorpora racconti fantastici all’interno della narrazione, nella tradizione del Decameron e Le mille e una notte; e un ultimo atto, Epilogo, in cui si narra la maturità degli attori, come siano stati segnati dalla rappresentazione di Ondina, la perdita della voce di Johanna Eunicke e la morte di Hoffmann. Irene Gracia rende omaggio a Hoffmann musicista e rivendica Ondina come la prima opera del romanticismo tedesco.
Rassegna stampa
♦ Il manifesto – Francesca Lazzarato
«Per me, Irene Gracia è stata una rivelazione. È una scrittrice molto potente,
che parla di strazio e che, come lettore, mi colpisce profondamente. La sua letteratura è evocativa, selvaggia, fatta di grandi cadute ed emozioni». Roberto Bolaño
«Il romanzo di Gracia è un continuo spostamento dal mondo visibile all’invisi-
bile, dai corpi alle anime. Una novella alata, eterea, ma che non rifiuta “la bellezza del male” e i conflitti che tormentano i personaggi. Un ammirevole esempio unico tra di noi di letteratura fantastica che crea e vivifica leggende che non hanno nulla di evasivo». La Vanguardia
«Si situa nella scia dell’espressionismo lirico di Djuna Barnes e Violette Leduc. Ondina o l’ira del fuoco ci offre uno splendido esempio di letteratura, perché questi racconti narrati da personaggi così singolari provengono dalle migliori
tradizioni e celebrano il potere delle parole che catturano e incantano, che spiegano e illuminano, che avvertono e istruiscono, che incitano o placano, che per-
suadono, che incoraggiano o commuovono, che consolano o addolorano, e che anche inquietano e turbano». Ana Rodríguez Fischer, El País
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